CLARICE LISPECTOR

Čečel'nyk, Ucraina,

 10 dicembre 1920

// Rio de Janeiro,

 9 dicembre 1977

Clarice Lispector

Clarice Lispector (Čečel’nyk, 10 dicembre 1920 – Rio de Janeiro, 9 dicembre 1977) è stata una scrittrice, giornalista e traduttrice ucraina naturalizzata brasiliana.

Nata in Ucraina e naturalizzata brasiliana – per quanto riguarda la sua “brasilidade” affermava di essere pernambucana – ha scritto romanzi, racconti e saggi, ed è considerata una delle scrittrici brasiliane più importanti del XX secolo nonché la più importante scrittrice ebrea dai tempi di Franz Kafka. Le sue opere abbondano di scene di semplice quotidianità e di trame psicologiche: una delle sue principali caratteristiche è l’epifania di personaggi comuni durante una normale scena quotidiana.

Nata in una famiglia ebrea russa, all’età di due anni fu costretta ad emigrare in Brasile a causa della persecuzione degli ebrei durante la Guerra civile. La scrittrice dirà di non avere alcun legame con l’Ucraina: “Su quella terra non ho letteralmente mai messo piede: mi hanno portata in braccio”. È cresciuta a Recife, nello stato di Pernambuco, dove sua madre morì quando lei aveva nove anni. Durante gli anni dell’adolescenza la famiglia si trasferì a Rio de Janeiro.

Mentre studiava legge all’Università Federale di Rio de Janeiro, iniziò a pubblicare i suoi primi articoli giornalistici e racconti, e conobbe presto la fama, all’età di 23 anni, con la pubblicazione del suo primo romanzo, Vicino al cuore selvaggio (Perto do coração selvagem), scritto sotto forma di monologo interiore. Lasciò il Brasile nel 1944, dopo il suo matrimonio con un diplomatico brasiliano, e trascorse circa quindici anni in Europa e negli Stati Uniti. Dopo il ritorno a Rio de Janeiro nel 1959, iniziò a produrre le sue opere più famose, tra cui il libro di racconti Legami famigliari (Laços de família), il grande romanzo mistico La passione secondo G.H. (A paixão segundo G.H.), e quello che è probabilmente il suo capolavoro, Água viva.

Lo stile di Clarice Lispector va oltre qualsiasi tentativo di definizione. La scrittrice e critica francese Hélène Cixous arriva ad affermare che nella letteratura brasiliana vi è uno stile A.C. (Antes de Clarice – prima di Clarice) e D.C.(Depois de Clarice – dopo Clarice).

Ferita in un incidente nel 1966, ha trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita scrivendo e pubblicando regolarmente romanzi e racconti fino alla sua morte, avvenuta nel 1977 all’età di 57 anni. È stata oggetto di numerosi studi, e i riferimenti a lei e alla sua opera sono comuni nella letteratura e nella musica brasiliana.


I primi anni, l’emigrazione e l’adolescenza
Clarice Lispector, la più giovane delle tre figlie di Pinkhas Lispector e Mania Krimgold Lispector, nacque a Chechelnyk, Podolia, unoshtetl nell’attuale Ucraina. Dopo lo scioglimento dell’Impero russo la sua famiglia soffrì terribilmente nei pogrom durante la Guerra Civile: questa fase sarà romanzata dalla sorella maggiore Elisa Lispector nell’autobiografico No Exilio (1948). I Lispector riuscirono a fuggire in Romania, e da qui emigrarono in Brasile, dove la madre Mania aveva dei parenti. Partirono da Amburgo ed arrivarono in Brasile nei primi mesi del 1922, quando Chaya (nome originale di Clarice) aveva poco più di un anno.

All’arrivo tutti i membri della famiglia, ad eccezione di Tania (19 aprile 1915 – 15 novembre 2007), cambiarono nome: Pinkhas divenne Pedro, Mania divenne Marieta, Leah divenne Elisa, e Chaya divenne Clarice. Inizialmente si stabilirono a Maceió, nello stato di Alagoas. Dopo tre anni, durante i quali la salute di Marieta peggiorò rapidamente, si trasferirono nel quartiere di Boa Vista a Recife, Pernambuco, dove abitarono al numero 367 di Praça Maciel Pinheiro e più tardi in Rua da Imperatriz.

A Recife, dove suo padre si impegnò duramente per mantenere economicamente la famiglia, Clarice perse la madre all’età di 9 anni, il 21 settembre 1930. Frequentò una scuola ebreo-yiddish-brasiliana, dove si insegnavano l’ebraico e lo yiddish, oltre alle materie classiche. Nel 1932, fu ammessa al Ginásio Pernambucano, allora era la più prestigiosa scuola secondaria dello stato. Un anno dopo, fortemente influenzata da Il lupo della steppa di Hermann Hesse, decise di diventare una scrittrice: “Mi sono impossessata della volontà di scrivere”.

Nel 1935, Pedro Lispector decise di trasferirsi con le figlie a Rio de Janeiro, all’epoca capitale del Brasile, sperando di trovare migliori opportunità economiche e anche dei mariti ebrei per le figlie.[4] La famiglia andò a vivere nel quartiere di São Cristóvão, a nord del centro di Rio, prima di trasferirsi a Tijuca. Nel 1937, Clarice entrò alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Federale di Rio de Janeiro, allora chiamata Università del Brasile, e oggi uno dei più prestigiosi istituti di istruzione superiore del paese. Il suo primo racconto noto, Triunfo, fu pubblicato sulla rivista Pan il 25 maggio 1940. Poco dopo, il 26 agosto 1940, a seguito di complicazioni durante un’operazione alla cistifellea, morì il padre, all’età di 55 anni.

Durante gli anni dell’università, Clarice iniziò anche a lavorare come giornalista, prima al servizio della Agência Nacional, la stampa ufficiale del governo, e poi all’importante giornale A Noite. Il traduttore americano Gregory Rabassa ricorda di essere rimasto “sbalordito dall’incontro di quella rara persona [Lispector] che assomigliava a Marlene Dietrich e che scriveva come Virginia Woolf”. Lispector conobbe la nuova generazione di scrittori brasiliani, tra i quali Lúcio Cardoso, del quale si innamorò senza speranza, essendo questi omosessuale. Clarice cominciò a frequentare un collega di giurisprudenza, di nome Maury Gurgel Valente, che lavorava all’Itamaraty, un organo del corpo diplomatico brasiliano. Per sposare un diplomatico doveva essere naturalizzata brasiliana. Non appena raggiunse l’età richiesta, il 12 gennaio 1943 ottenne la cittadinanza e undici giorni dopo sposò Gurgel.


Nel dicembre del 1943, dopo la laurea, Clarice pubblica il suo primo romanzo, Perto do coração selvagem (Vicino al cuore selvaggio). L’opera, che narra la storia interiore di una giovane donna di nome Joana, fece scalpore. L’anno seguente il libro vinse il prestigioso premio Graça Aranha come miglior romanzo d’esordio del 1943. Un critico, il poeta Lêdo Ivo, lo ha definito “il più grande romanzo che una donna abbia mai scritto in lingua portoghese”. “L’opera di Clarice Lispector appare nel nostro mondo letterario come la prova più seria di romanzo introspettivo”, ha scritto il critico di San Paolo Sérgio Milliet: “Per la prima volta un autore brasiliano va oltre la semplice approssimazione in questo campo quasi vergine della nostra letteratura, per la prima volta un autore penetra fino in fondo la complessità psicologica dell’anima moderna”.

Questo romanzo, così come i successivi, sono profondamente focalizzati sugli stati emotivi interiori. Quando Perto do coração selvagem fu pubblicato, molti sostennero che il suo tipo di flusso di coscienza fosse fortemente influenzato da Virginia Woolf o James Joyce, ma Clarice lesse questi autori soltanto dopo aver terminato l’opera. La citazione di Joyce e il titolo, preso dall’opera joyciana Ritratto dell’artista da giovane, le furono entrambi suggeriti da Lúcio Cardoso.

Poco dopo la pubblicazione del romanzo, Clarice e il marito lasciarono Rio per trasferirsi a Belém, nello stato di Pará, sulla foce del Rio delle Amazzoni.


Il 29 luglio 1944 Clarice lasciò il Brasile per la prima volta da quando vi era arrivata da bambina, e passò un periodo a Napoli, dove Maury era stato inviato per lavorare nel Consolato brasiliano. Napoli era la città dove sostava la Força Expedicionária Brasileira, i cui soldati combattevano a fianco delle forze alleate contro i nazisti. Clarice lavorò all’ospedale militare di Napoli, prendendosi cura dei feriti delle truppe brasiliane. A Roma incontrò il poeta Giuseppe Ungaretti, che tradusse delle parti di Vicino al cuore selvaggio, e Giorgio de Chirico le dipinse un ritratto. Nella città partenopea completò il suo secondo romanzo, O Lustre (1946), che come il primo tratta della vita interiore di una ragazza, questa volta di nome Virginia. Quest’opera è più lunga e complessa, la critica la ricevette con entusiasmo, ma il suo impatto fu meno sensazionale di quello riservato a Vicino al cuore selvaggio. Il critico Gilda de Souza e Mello, in un articolo del 14 luglio 1946 sulla rivista Estado de S. Paulo, scrisse: “Dotata di un enorme talento e di una personalità rara, dovrà soffrire, fatalmente, per il peso di entrambi, dal momento che gode ampiamente dei loro benefici”.

Dopo una breve visita in Brasile quell’anno, Clarice e Maury tornarono in Europa, e Maury fu inviato all’ambasciata brasiliana in Svizzera. Questo fu un momento di tedio e frustrazione per la scrittrice: in una lettera scrisse alla sorella Tania “Questa Svizzera è un cimitero di sensazioni”. Il 10 settembre 1948 nacque a Berna il figlio Pedro Gurgel Valente, e in quella stessa città Clarice scrisse il suo terzo romanzo, A cidade sitiada (1946).


Il libro che Lispector scrisse a Berna racconta la storia di Lucrécia Neves, e la crescita della sua città, São Geraldo, che si trasforma da piccolo insediamento a grande città. Il libro, ricco di metafore, non venne accolto con grande entusiasmo. Secondo un amico intimo di Clarice fu “forse il meno amato dei romanzi di Clarice Lispector”. Sérgio Milliet concluse che “l’autore soccombe sotto il peso della sua propria ricchezza” e il critico portoghese João Gaspar Simões scrisse: “Il suo ermetismo ha la consistenza dell’ermetismo dei sogni. Chi la trova la chiave…”. Nonostante la critica, Clarice si disse riconoscente a questo romanzo poiché l’aveva tenuta occupata: “Mi salvava da quel silenzio spaventoso delle vie di Berna”.

Dopo aver lasciato la Svizzera nel 1949 ed aver trascorso quasi un anno a Rio, Clarice e Maury Gurgel Valente tornarono in Europa, in Gran Bretagna, nel Devon. Rimasero in Inghilterra dal settembre del 1950 al marzo del 1951. Nel 1952, di ritorno a Rio, dove la famiglia sarebbe rimasta per circa un anno, Clarice Lispector pubblicò un breve volume di sei racconti chiamato Alguns contos, in una piccola edizione promossa dal Ministero della Pubblica Istruzione. Questi racconti formano il nucleo della successiva raccolta Laços de família (Legami famigliari), del 1961.

Nel settembre del 1952 la famiglia si trasferì a Washington e comprò una casa al numero 4421 di Ridge Street, nel sobborgo di Chevy Chase, nel Maryland. Il 10 febbraio 1953 nacque il secondo figlio Paulo. In quel periodo Clarice si avvicinò molto allo scrittore brasiliano Érico Veríssimo e a sua moglie Mafalda. Iniziò a pubblicare i suoi racconti nella rivista Senhor, la cui prima uscita era prevista per l’inizio del 1959. Ma era sempre più scontenta dell’ambiente diplomatico. “L’ho odiato, ma ho fatto quello che dovevo […] Ho dato cene, ho fatto tutto quello che si dovrebbe fare, ma con un disgusto…”. Nel mese di giugno 1959 si separò dal marito e tornò con i figli a Rio de Janeiro, dove trascorse il resto della sua vita.